design sistemico

Per transitare un prossimo paradigma occorre cambiare il modo di interpretare il mondo e le metafore attraverso cui pensiamo. Il primo passo é radicale: vedere l’ambiente, fisico e non, come un sistema di relazioni, non piú come una macchina composta da pezzi elementari. La visione sistemica é il traguardo che dagli anni ottanta del xx secolo, alcuni esponenti della comuntiá scientifica internazionale, propongono ad universitá, studiosi, societá civile, pubbliche amministrazioni etc. Emerge dalle intelligenze di Gregory Bateson, Fritjof Capra, Umberto Maturana, Francisco Varela, (altri) e dal rapporto di questi con persone e culture (e cosmogonie) millenarie.

metodi rigenerativi:

  • agroforestazione successionale: nasce in Brasile, a partire dagli anni 80, e si propaga velocemente per accelerare il ritorno della foresta. Il fattore antropico usa virtuosamente l’agricoltura (e le pratiche silvopastorali) per ripristinare la vita nei suoli e per risolvere l’energia solare in comparti vegetali (vivi, “freddi”) che sono stratificazioni progettate nello spazio e nel tempo. La biologia converte il sole in corpo vivente, accelerando il ripristino dei servizi ecosistemici: produzioni resilienti, stock idrici, reti trofiche, autopropagazione, etc. Si sostanziano, quindi, foreste alimentari e foreste secondarie, capaci di adattarsi al riscaldamento globale e di permanere, evolvendo, per secoli. Oggi, milioni di ettari di suoli morti, sono adibiti a produzioni rigenerative, in cui gli esseri umani (insieme a tutti gli esseri viventi compatibili con il contesto), sono partecipi. Le piantagioni sono inserite in sistemi composti da alberi (secolari) ed essenze di supporto (ombra, biomassa, radici, tropismo). Fioriscono continue iniziative: le persone possono stabilizzarsi in comunitá resilienti. Nel mondo ci sono notevoli esperienze, alcune delle quali sono configurate come aziende e cooperative. Occorre procedere, disseminando le pratiche, coinvolgendo via via piú popolazioni, arrivando a contaminare le grandi corporazioni multinazionali.

Nota: In questo momento transitorio e complicato, l’agricoltura insiste su suoli morti (depauperati nei decenni, incapaci di trattenere umiditá, intossicati dagli input chimici etc) Qui un riferimento videografico (kiss the ground) https://www.youtube.com/watch?v=K3-V1j-zMZw

L’ azione umana é un mezzo razionale per passare da un’impronta distruttiva ad una (ri)generativa.

qui due articoli sull’agricultura sintropica (successionale, del pioniere Ernst Götsch): 1, 2

  • permacultura: nasce in Australia, a metá anni 70, e prende ad essere movimento, attraverso corsi intensivi, ciascuno di alcune settimane. È un neologismo, proposto da Bill Mollison,  senior tutor all’ Universitá della Tasmania e David Holmgren, suo allievo al Tasmanian College of Environmental Education, a metá degli anni settanta del ‘900: permanent- agri-culture, cioé permaculture (ove culture sta sia per coltura che per cultura). È un metodo, basato sulle scienze naturali, che contiene in sé principi ed etiche. Applica un design sistemico che facilita l’accumulo di risorse (fisiche, conoscitive, sociali etc) nel paesaggio stesso. È una pratica orientata ai processi: promuove azioni rigenerative e facilita culture permanenti, razionali, inclusive e vivificanti. Come tutti i movimenti di persone puó contenere cali di tensione (soprattutto epistemologici, quindi etici). In Italia ci sono due organi distinti che sostengono transizioni in permacultura: un’Accademia ed un Istituto, che emanano corsi e seguono progetti. Di anno in anno fioriscono nuove realtá puntali, condotte da persone di buona volontá. Lo scenario anglosassone é differente: ci sono universitá che sviluppano corsi di design sistemico, emblematico il caso di Andrew Millison https://horticulture.oregonstate.edu/users/andrew-millison L’Associazione ALEx sta contribuendo a disseminare questa prassi progettuale, co-organizzando incontri, seminari e momenti formativi.
  • Transition Town: sono modelli ad alta resilienza, che partono dai principi permaculturali e dai modelli esistenti, implementandoli alla produzione locale di cibo, produzione di energia, ciclicitá della materia, economia locale, formazione continua, emancipazione dai combustibili fossili, etc promotore iniziale: Rob Hopkins Nel mondo vi sono esperienze collegate alla prima cittá promotrice (Totney) e ci sono realtá vicine agli scritti di David Fleming, Bill Mollison, David Holmgren
  • Retrosuburbia: David Holmgren, co-ideatore, in Australia, della permacultura, nel 2018 ha prodotto un manuale per riprogettare i sobborghi australiani. Il testo tratta il design per adattare le case, e creare risorse edibili, materiali e immateriali dai propri contesti in un futuro via via piú incerto. Sviluppa e descrive le condizioni funzionali per animare comunitá resilienti ed esplicita metodiche per affrontare una eventuale grave recessione e il collasso eco-climatico.
  • -> prepping: manuale di Alberto Salza e Enzo Maolucci





Associazione ALEx Aps: Rico Zook e prossime formazioni

L’associazione sta supportando CONMOI Aps, collaborando con Rigenera Aps e Trafficanti di Pasta per organizzare una formazione residenziale di sedici giorni e due corsi brevi di due giorni ciascuno con il formatore Rico Zook

CORSO DI DESIGN DI PERMACULTURA:

Il corso intende approcciare la permacultura come una pratica che permette di integrare un pensiero sistemico poiché tutto è relazionato. A tal fine sarà un corso residenziale, i partecipanti staranno in una bellissima cascina ristrutturata. Le attività comprenderanno una parte teorica ed una parte pratica, impareranno il design sistemico per creare habitat umani rigenerativi. Alla base di un sistema rigenerativo è necessaria la consapevolezza che ogni posto è unico e quindi le applicazioni e i progetti di permacultura devono essere specifici per quel luogo. Le nostre idee e sistemi devono avere la capacità di adattarsi alle condizioni sociali, economiche e culturali del luogo e del terreno.
Questo corso sarà il seme che farà crescere nei partecipanti la consapevolezza di essere parte di un tutto, totalmente integrato, indissolubilmente unito che necessita di un’armonia nei processi: gli studenti osservano tutte le parti che interagiscono fra loro per costruire una comprensione più profonda, quindi diventano capaci di interagire col luogo in modo sostenibile e rigenerativo, così come di disegnare sistemi che armonizzano.
Agli studenti verranno forniti pasti pensati con la stessa filosofia e curati dal progetto Trafficanti di Pasta.
Alla fine del corso verrà rilasciato un attestato, riconosciuto a livello internazionale.
Il corso intende dare gli strumenti necessari per costruire un nuovo modo di rinnovare il patto con la natura,