UN PICCOLO CONTRIBUTO SUL “FARE”
di Rolando Terazzan
Ritengo sia doveroso incominciare a scrivere qualcosa in merito a cosa fare come Associazione proprio adesso che siamo alle origini della stessa.
Queste poche righe non vogliono avere la presunzione di imporre linee guida di alcun genere, bensì semplicemente incominciare a fare chiarezza sul nostro operato indipendentemente dalle specificità sulle quali andremo a muoverci.
Al contempo vogliono essere stimolo alla discussione e ad una crescita dell’azione che per me equivale anche a fare politica. Quando alludo alla politica mi riferisco alla sua parte buona, in particolare a quella della utile ed onesta gestione della cosa pubblica, nel nostro caso tenendo sempre ben presente l’obiettivo generale che ci deve spronare nel fare e cioè il recupero e la tutela dell’ambiente in tutta le sue forme, dalla terra al mare sino al cielo.
E poi c’è l’umanità nella sua visione globale, lotta alle discriminazioni di qualsiasi genere, contro le dittature che impongono regimi di qualsiasi colore esse siano, abbattimento dei poteri forti e delle lobby che impongono con il loro potere economico stravolgimenti economici e sociali, contro le guerre in tutte le loro forme e tutte le situazioni che le alimentano.
Perché ho deciso di scrivere questo pezzo? Innanzitutto perché rimanga viva la speranza, o forse l’illusione, che ci ha lasciato nei vari Lockdown il Covid per un possibile cambiamento della vita economica e sociale del nostro Paese attraverso un diverso atteggiamento della, mi sembra sia già completamente rientrato dalla necessità di riprendere ad inseguire i nostri debiti inter-nazionali ed il PIL.
Perché la visione della politica attraverso gli attuali personaggi che la compongono mi sembra che non stia dando, a parte sparuti indicatori, nessuna possibile idea di cambiamento ecologista né tanto meno ambientalista. Speculano, spesso sciacallando, sulle poche cose fatte (e non) tirandosele ognuno dalla sua parte nella speranza che il futuro elettorato accordi loro consenso.
Perché il mondo green, sicuramente più vivo e attivo rispetto a qualche anno fa, grazie anche ai risultati politici raggiunti in alcuni paesi europei (non nel nostro !?) mantiene comunque il fare dentro la vecchia logica degli orticelli (associazioni ed enti), ognuno coltivando il suo e perseguendo le proprie battaglie e i relativi interessi.
E in questo senso non vorrei neanche che la nostra Associazione diventasse un altra fotocopia di queste tradendo proprio quelle che erano le intenzioni e gli ideali di Langer.
Inoltre si corre il rischio di rivedere i verdi tradizionali, rigenerati dietro la bandiera di Europa Verde, riproporsi in chiave elettorale per quanto riguarda la raccolta di adesioni per mantenere i propri scranni di potere, auto dichiarandosi portavoci nazionali e conseguentemente aggregazione naturale di tutte le realtà green nazionali, magari con accordi da sottobosco con qualche lista civica. Credo che in questo
senso l’apertura verso gli altri ecologisti sia una componente fondamentale, non ci staranno alle nostre proposte? Non importa, ma potranno conoscerci e sapere che potranno ritrovare in noi un degno alleato per future battaglie.
Tornando a noi, ritengo che il lavoro organizzativo e preparatorio sul nostro operato sia importante, ma ritengo che sia ancora più importante trovare una nostra identità su cosa faremo, pensando ai temi che abbiamo dibattuto finora e a come li porteremo avanti, ma soprattutto cercando di costruirci un programma d’azione che ci ripari dalle future insidie politiche e non che andremo ad affrontare.
I temi che abbiamo sollevato e che stiamo seguendo credo che richiedano un forte approccio tematico al quale dobbiamo essere in grado di rispondere. La domanda in questione è l’insieme delle seguenti:
credo nel cambiamento green del nostro Paese? Quali sono le cose da fare e che ritengo importanti per poterlo effettuare? Quanto sono disposto a spendermi personalmente? Con quali proposte posso contribuire per raggiungere questo scopo?
Nel nostro specifico ci sono molte idee che girano nella mia mente e mi piacerebbe dibatterle con tutti voi. C’é il tema della valorizzazione del nostro Paese attraverso l’operazione UNESCO, ci sono le questioni relative al cibo, attraverso i BioGAS o meglio GASbio (?), ma anche una rilettura sull’uso del terreno coltivabile, con le tante domande che mi sorgono in merito allo sfruttamento delle energie alternative e rinnovabili. Ad esempio perché i bonus sulla mobilità elettrica, ma molto poco ad esempio sullo sfruttamento delle energie rinnovabili e la creazione di nuove? Penso ad esempio alle migliaia di ettari di terreno coltivabile ricoperti da cellule fotovoltaiche, mentre si potrebbe utilizzare, attraverso anche un contributo sostanzioso dello Stato ad un più appropriato utilizzo delle stesse nello sfruttamento delle coperture civili e industriali esistenti.
E poi l’ Università con la ricerca in tutti quei settori che potrebbero contribuire ad un’economia realmente circolare, cercando anche nuove forme di energie rinnovabili, utilizzando la luce, la geotermia, le maree e quant’altro.
E l’Industria, privilegiando e aiutando, anche fiscalmente, quelle aziende nuove e vecchie che saranno in grado di convertirsi a delle produzioni realmente compatibili con l’Ambiente.
Penso che sia necessario fare ordine e chiarezza per poter partire con il passo giusto.
Mentre sto scrivendo mi sto rendendo conto che il lavoro è importante ed è grande. Ma proprio per questo ritengo sia importante definire un programma, darci degli steps per muoverci con una discreta continuità ma considerando ovviamente le nostre forze reali e tenendo conto anche degli impegni personali, lavorativi e famigliari.
Concludo questa mia riflessione che, ripeto, non vuol essere nient’altro che un contributo per farci chiarezza e per cominciare a darci degli strumenti di lavoro utili a noi, ma anche ad altri possibili interessati a lavorare con noi.
Ritengo che la nostra guida possa e debba essere il nostro Statuto. Al suo interno sono indicati gli argomenti sui quali muoverci. Ritengo che ognuno di noi possa partire da questi elementi per costruire un proprio spazio di interessi e di operatività, confrontandosi sempre con tutti sulle scelte , ma alla fine diventando responsabile delle proprie linee guida soprattutto coinvolgendo altre persone o gruppi o associazioni. Si tratta ora di mettere un po’ d’ordine al tutto e partire!